Una delle difficoltà quando si va a preparare una campagna Google ADS può essere costituita dall’esistenza, tra le parole chiave scelte nell’impostare un annuncio, di un marchio registrato.
Ciò che può accadere è che la propria campagna non viene approvata o approvata con limitazioni.
Facciamo un esempio: Ipotiziamo che un cliente proprietario di una palestra vi chiede in qualità di suoi consulenti Google ADS di impostare una campagna che abbia ad oggetto uno dei suoi corsi tanto di moda e che probabilmente è un marchio registrato internazionale .
Fate le vostre brave indagini sulla search volume ed altro, pianificate e impostate la campagna inserendo nel titolo e all’interno dell’annuncio proprio la parola in questione che identifica perfettamente il tipo di corso.
Ad un certo punto vi stupite che l’annuncio non parte o risulta “limitata”.
Google ADS vi avvisa che la parola usata è un marchio registrato e pertanto per poterlo utilizzare c’è bisogno dell’autorizzazione del titolare del marchio.
Google ADS vi indica anche come procedere e chi contattare mediante un proprio modulo ad hoc.
Si tratta di un argomento piuttosto importante e attuale visto che moltissime campagne Google ADS vengono impostate proprio per agevolare il posizionamento con determinati marchi celebri e registrati, soprattutto quando i clienti inserzionisti sono rivenditori.
Google riconosce l’importanza dei marchi e dedica all’argomento una ben precisa politica sui marchi registrati.
Gli inserzionisti sono responsabili per le parole chiave e per i contenuti che scelgono di utilizzare per impostare gli annunci.
Quando Google ADS rileva che si sta usando una keyword corrispondente ad un marchio registrato ne può limitare l’utilizzo e contestualmente avvisa l’inserzionista del problema.
Lo stato dell’annuncio si può vedere navigando nella relativa campagna e facendo clic sulla scheda Annunci per visualizzare tutti gli annunci in quella campagna determinata.
L’annuncio può risultare approvato, approvato (con limitazioni) o non approvato.
Nel caso l’annuncio risulti non approvato per l’utilizzo di un marchio si può agire nei seguenti modi:
Il sistema più rapido è chiedere l’autorizzazione direttamente al titolare del marchio.
Nel caso non lo si conosce Google ADS mette a disposizione un modulo per poterlo contattare. Si compila il “Modulo di richiesta di autorizzazione di terze parti” .
Una volta inviato il modulo di autorizzazione, il team di supporto Google ADS dovrebbe provvedere entro due giorni lavorativi.
Potrebbe accadere che il titolare del marchio, per poter concedere l’autorizzazione, richieda direttamente all’inserzionista di operare delle correzioni, per esempio alla parola chiave.
Una volta aggiustato tutto e avvisato il proprietario del marchio, quest’ultimo darà il suo benestare e il team Google autorizzerà l’account Google ADS a utilizzare il marchio.
Ciò significa che l’inserzionista potrà inviare nuovamente i propri annunci in modo che possano passare nuovamente attraverso il processo di revisione.
Pagina di destinazione dedicata: la pagina di destinazione dell’annuncio è principalmente dedicata alla vendita (o deve comunque facilitare la vendita) dei beni o servizi corrispondenti al marchio o alla vendita di componenti, parti di ricambio o prodotti o servizi compatibili relativi ai beni o servizi corrispondenti al marchio.
In sostanza la pagina di destinazione deve fornire chiaramente un modo per acquistare il prodotto o i servizi e nel caso non sia possibile la pagina deve contenere informazioni commerciali (es. tariffe, prezzi o preventivi) sul prodotto o sui servizi.
Pagina di destinazione dedicata: La pagina di destinazione dell’annuncio deve fornire informazioni sui prodotti o servizi corrispondenti al marchio.
Google ADS ha preparato una guida per i proprietari dei marchi nella quale si indica come:
– Presentare un reclamo relativo all’utilizzo del marchio negli annunci Google ADS.
– Autorizzare determinati account Google ADS a utilizzare il marchio in questione, compreso il proprio account o quelli di eventuali partner o società consociate.
PS: Per reclami relativi ad articoli contraffatti o a contenuti protetti da copyright esistono ulteriori norme.
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