Categoria: AI

  • Come ChatGPT sta riscrivendo le regole del digital marketing

    Come ChatGPT sta riscrivendo le regole del digital marketing

    Con l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, vincere le menzioni è il nuovo obiettivo per chi vuole emergere nel marketing online

    La rivoluzione silenziosa: si compra parlando con ChatGPT

    Non cerchiamo più, conversiamo. Sempre più consumatori stanno utilizzando modelli linguistici come ChatGPT per fare acquisti online, modificando profondamente le regole tradizionali del marketing digitale. Addio alle strategie basate solo su click e SEO, benvenuto a un mondo in cui contano le menzioni, la reputazione del brand e la capacità di raccontare una storia coinvolgente, leggibile dai nuovi cervelli artificiali.

    Un’analisi dettagliata di questo fenomeno è stata pubblicata da Fortune in un articolo firmato da Stuart Dyos, dove si evidenzia come l’uso crescente di ChatGPT stia già influenzando le scelte dei consumatori e costringendo i marketer ad adattarsi rapidamente al cambiamento.

    Addio SEO classico, benvenuto al “mention marketing”

    Un tempo, tutto ruotava attorno alla posizione su Google. Bastava ottimizzare titoli, meta tag, velocità del sito e versione mobile. Ma oggi, l’intelligenza artificiale generativa pesca informazioni in modo olistico, prendendo spunto da contenuti di terze partiforumrecensioni e social come Reddit o X.

    In questo scenario, diventano fondamentali le citazioni spontanee, le recensioni autentiche e le narrazioni coerenti del brand. È così che un marchio può comparire nelle risposte di ChatGPT, conquistando l’attenzione del consumatore in conversazione con l’AI.

    ChatGPT e Amazon: un binomio in ascesa

    Secondo il report Datos citato da Dyos su Fortune, tra ottobre e gennaio Amazon è stato il sito più linkato da ChatGPT nelle ricerche degli utenti. Ben il 9,13% del traffico generato dal modello ha indirizzato lì, segno evidente che le persone usano già l’AI per fare acquisti. E il trend è in crescita.

    Anche se Google rassicura sul fatto che il traffico organico non sta calando in modo preoccupante, le aziende più lungimiranti stanno già cambiando rotta.

    L’era della brand reputation generativa

    Come afferma Christine Wetzler, presidente di Pietryla PR & Marketing, “la credibilità ora si costruisce fuori dal tuo sito”. Questo significa che articoli, recensioni, forum, blog e ogni traccia digitale che parla del tuo brand può influenzare la percezione dell’AI.

    Lauren Petrullo di Mongoose Media lo dice chiaramente: “Se non racconti tu chi sei, l’AI inventerà per te… e spesso in modo impreciso.”

    Come adattarsi: più storytelling, meno keyword stuffing

    Non basta più inseguire le parole chiave: oggi serve costruire una voce di marca riconoscibile, creare contenuti digeribili dall’AI, favorire discussioni spontanee e alimentare recensioni vere. Aziende come Hawke Media stanno già lavorando con specialisti come Gumshoe per simulare conversazioni con LLM e testare come il brand viene raccontato. Questo è il nuovo campo di battaglia del marketing digitale.

  • Google apre la sua intelligenza artificiale agli under 13, ma scoppia la polemica

    Google apre la sua intelligenza artificiale agli under 13, ma scoppia la polemica

    La Big Tech consente l’accesso all’AI anche ai più piccoli tramite Family Link: tra promesse educative e timori per la salute mentale. Gemini potrebbe sembrare uno strumento educativo interessante, ma l’interazione tra AI e bambini resta un campo minato. Tra potenziale formativo e rischi reali, il dibattito è appena cominciato.

    Un chatbot a misura di bambino?

    Google ha annunciato l’apertura di Gemini, il suo chatbot di intelligenza artificiale, anche agli utenti sotto i 13 anni, a patto che siano supervisionati tramite Family Link, il sistema di parental control dell’azienda. Una mossa destinata a far discutere, anche perché arriva in un momento storico in cui l’uso dell’AI tra i minori è ancora un territorio incerto, tra promesse didattiche e rischi concreti.

    Nell’email inviata ai genitori, Google rassicura: i bambini potranno usare Gemini per fare domandericevere aiuto nei compiti e inventare storie. Tuttavia, sarà inviata una notifica ai genitori al primo accesso del figlio, che potranno così disattivare o regolare l’uso del chatbot.

    I rischi evidenziati dagli esperti

    Nonostante le misure di sicurezza promesse, i dubbi restano. Google avverte che i filtri di contenuto non sono infallibili e che i bambini potrebbero comunque imbattersi in materiali inappropriati. Da qui, l’invito a non condividere informazioni personali e a ricordare ai piccoli utenti che “Gemini non è umano”.

    Il New York Times ha citato studi come quello pubblicato su The Lancet condotto dalla psicologa Karen Mansfield dell’Università di Oxford, che evidenziano come l’interazione con AI che imitano il comportamento umano possa minacciare il benessere psicologico più dei social media. E secondo Unicef, l’AI generativa può produrre contenuti capaci di confondere, manipolare e disinformare le menti più giovani.

    Una corsa all’espansione, ma a che prezzo?

    Questa apertura ai minori rappresenta una nuova mossa strategica per espandere la base utenti di Gemini, mentre cresce la competizione tra le Big Tech nel campo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, il prezzo da pagare potrebbe essere la sicurezza dei bambini.

    Lo ricorda anche Common Sense Media, che in un recente report denuncia come i chatbot AI possano incoraggiare comportamenti dannosi e aggravare problemi mentali. E mentre Meta AI è finita sotto accusa per conversazioni a sfondo sessuale con minori, la fiducia verso queste tecnologie si sgretola.

    Privacy e leggi: Google sotto osservazione

    Google garantisce che i dati dei bambini non saranno usati per addestrare i modelli AI. E ribadisce la conformità al Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA), una legge federale che impone l’autorizzazione parentale per la raccolta di dati dai minori.

    Tuttavia, visti i precedenti — con AmazonMicrosoft e la stessa Google multate per violazioni — la prudenza è d’obbligo. Anche perché, come ricorda Donato Paolino, Digital Marketer ed ex Google TC, i bambini non dovrebbero nemmeno avere uno smartphone: “Decine di studi pediatrici dimostrano i danni legati all’uso precoce degli smartphone”.

  • AI Overview Google: la nuova SERP

    AI Overview Google: la nuova SERP

    AI Overview di Google è molto più di una semplice nuova funzione: rappresenta l’ingresso definitivo dell’intelligenza artificiale generativa nella ricerca online. Testato inizialmente negli Stati Uniti in lingua inglese, con l’arrivo ufficiale anche in Italia, questo sistema è destinato a cambiare radicalmente il modo in cui gli utenti trovano le informazioni e in cui i contenuti vengono mostrati nei risultati.

    In questo articolo esploreremo cos’è AI Overviewcome funziona, quali sono le implicazioni per la SEO e in che modo le aziende e i professionisti del marketing digitale possono prepararsi a questa trasformazione.

    Indice

    AI Overview: cos’è e perché cambierà la SEO per sempre

    Con l’arrivo ufficiale in Italia e in Europa di AI Overview, Google segna un punto di svolta decisivo nell’evoluzione della ricerca online. Non si tratta semplicemente di una nuova funzione, ma dell’introduzione strutturale dell’intelligenza artificiale generativa nella SERP.

    In altre parole, Google non si limita più a proporre link ordinati per rilevanza, ma genera risposte sintetiche prendendo frammenti da più fonti e restituendo un riepilogo già pronto, contestualizzato e corredato da elementi multimediali.

    Per gli utenti è una rivoluzione positiva: meno clic, meno tempo, più efficienza. Per chi lavora nel digital marketing, nei contenuti e nella SEO, è una scossa epocale che impone di ripensare completamente l’approccio alla visibilità organica.

    Come funziona AI Overview

    AI Overview si basa sul modello linguistico Gemini 2.0, in grado di sintetizzare le informazioni di più fonti in tempo reale. Il sistema sfrutta un meccanismo chiamato query fan-out, che scompone una domanda in sotto-argomenti, rielabora ogni pezzo e lo ricompone in una panoramica coerente. Il risultato? Un testo originale, naturale e arricchito da link, immagini e grafici.

    Questo significa che, se un utente cerca “come funziona il metabolismo”, non riceverà più un elenco di link da visitare, ma una sintesi articolata su vari aspetti del metabolismo, costruita mescolando fonti attendibili.

    Come funziona l’inclusione nei riepiloghi AI secondo Google

    Uno dei dubbi più frequenti tra chi produce contenuti riguarda come si viene selezionati per comparire nei riepiloghi dell’AI. Su questo punto, Google è stato chiaro: non è richiesto alcun intervento attivo da parte dei publisher. I sistemi selezionano automaticamente i contenuti da includere, valutando se le risposte generative possano essere utili per l’utente, specialmente in ricerche complesse che richiedono una sintesi da fonti diverse.

    I link mostrati all’interno degli AI Overview non sono scelti manualmente né attraverso markup specifici: vengono determinati in automatico in base alla qualità, affidabilità e pertinenza dei contenuti, e hanno lo scopo di fornire approfondimenti e ulteriori risorse. Questo include non solo i siti editoriali, ma anche e-commerce, creator, aziende e portali verticali.

    Google specifica inoltre che questi link vengono tracciati all’interno di Search Console, dove clic, impressioni e posizione sono riportati nel report standard delle prestazioni di ricerca. Chi monitora il rendimento SEO dei propri contenuti può quindi già analizzare gli effetti delle AI Overview grazie agli strumenti esistenti.

    Per chi invece non desidera che i propri contenuti vengano inclusi nei riepiloghi generati dall’intelligenza artificiale, è possibile utilizzare i controlli di anteprima già previsti per la Ricerca Google, come robots.txt o le impostazioni avanzate di robots nel codice HTML. Tuttavia, Google chiarisce che le estensioni di Chrome non influiscono in alcun modo su come i contenuti appaiono nelle AI Overview.

    Per approfondire direttamente dalla fonte ufficiale, Google ha pubblicato una guida dettagliata sull’argomento nella sezione Riepiloghi dell’AI e il tuo sito web” di Google Search Central.

    La differenza con snippet e risultati classici

    Mentre i featured snippet mostrano una singola porzione di testo tratta da un sito, AI Overview crea una risposta originale, più lunga e strutturata, mescolando informazioni da più fonti. Non si tratta di un copia-incolla, ma di un’elaborazione profonda, una riscrittura assistita dall’AI.

    Il contenuto visualizzato ha un impatto forte anche sulla distribuzione del traffico organico: molti utenti trovano ciò che cercano già nella Overview e non cliccano sui link sottostanti. Il fenomeno del “zero-click” si amplifica, cambiando le dinamiche di visibilità.

    L’impatto sulle strategie SEO

    Secondo Donato Paolino, SEO Specialist di Dopstart, “siamo davanti a una rivoluzione simile a quella introdotta dai featured snippet, ma molto più pervasiva. Non si tratta più di scalare la SERP, ma di diventare la fonte su cui l’AI costruisce le sue risposte”.

    Paolino sottolinea come l’obiettivo SEO non sia più solo posizionarsi, ma “coprire in modo esaustivo un intero intento di ricerca, con contenuti completi, ben strutturati e semanticamente coerenti. È l’era della SEO conversazionale.”

    Come essere selezionati da AI Overview

    Non basta scrivere un buon contenuto. Occorre:

    • Rispondere in modo completo all’intento dell’utente
    • Strutturare i testi con sottotitoli chiari e progressivi
    • Usare markup semantici e dati strutturati (schema.org)
    • Mostrare esperienza e autorevolezza (principi EEAT)
    • Includere più prospettive e non limitarsi alla keyword

    I contenuti frammentari o troppo tecnici, che non aiutano l’AI a sintetizzare, tendono a essere ignorati.

    I settori più colpiti: informazione ed e-commerce

    L’effetto di AI Overview si avverte soprattutto nelle query informative (guide, definizioni, tutorial), dove spesso la risposta fornita dall’AI è sufficiente. Anche l’e-commerce risente di questa evoluzione, specialmente se basato su contenuti generici o poco distintivi.

    Tuttavia, come spiega ancora Donato Paolino, “le nicchie specialistiche e i contenuti profondi continuano a performare. Quando l’utente cerca una valutazione esperta, visita ancora i siti”.

    Come si attiva AI Overview?

    La funzione non è visibile su tutte le ricerche. Google la mostra solo se:

    • La query è complessa o articolata
    • Le fonti disponibili sono ritenute affidabili
    • Il tema non rientra tra le query sensibili (medicina, finanza, YMYL)

    Il rollout è progressivo: in Italia è già visibile per molte ricerche, ma la frequenza è ancora in evoluzione.

    Un futuro conversazionale: verso Google AI Mode

    AI Overview è solo l’inizio. Google sta testando AI Mode, una modalità di interazione ancora più avanzata, che consente dialoghi continui con l’utente. L’utente fa una domanda, l’AI risponde, l’utente approfondisce: un’esperienza simile a un chatbot, ma con la potenza e l’aggiornamento costante del motore di ricerca.

    Si affaccia così una nuova era della ricerca, più interattiva, più visuale, più immediata.

    Domande e risposte

    1. Cos’è AI Overview di Google?
      È una funzione basata sull’intelligenza artificiale generativa che sintetizza risposte nella SERP.
    2. Come funziona AI Overview?
      Elabora contenuti da più fonti, li riformula e propone una sintesi pronta all’uso.
    3. Che differenza c’è con gli snippet?
      AI Overview non copia da un solo sito, ma crea una risposta da più fonti.
    4. Come si viene selezionati?
      Con contenuti completi, strutturati, affidabili e ben marcati semanticamente.
    5. L’AI sostituisce i risultati classici?
      Non del tutto, ma li ridimensiona. I clic si spostano sulla sintesi generata.
    6. AI Overview è attivo in Italia?
      Sì, anche se non appare per tutte le ricerche.
    7. Quali query attivano AI Overview?
      Quelle complesse, con più sotto-argomenti. Non le query semplici o sensibili.
    8. Come cambia la SEO?
      Bisogna puntare su contenuti completi e pertinenti all’intento di ricerca, non solo keyword.
    9. Quali settori sono più colpiti?
      Informazione, guide, e-commerce e tutto ciò che può essere sintetizzato con facilità.
    10. Come prepararsi al cambiamento?
      Con una strategia SEO orientata all’AI. Dopstart offre consulenza gratuita per iniziare.

    Vuoi approfondire l’impatto di AI Overview sulla tua strategia SEO?
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  • AI e Delfini, la nuova frontiera del dialogo

    AI e Delfini, la nuova frontiera del dialogo

    Ecco l’IA di Google che decifra il loro linguaggio. DolphinGemma promette un futuro di comunicazione tra umani e cetacei grazie all’intelligenza artificiale

    Una voce dal profondo: così parla l’intelligenza artificiale dei delfini

    DolphinGemma, il nuovo progetto firmato Google, potrebbe segnare un punto di svolta nella comprensione della comunicazione animale. Grazie alla collaborazione con il Wild Dolphin Project (WDP), attivo dal 1985, e il Georgia Institute of Technology, questa innovazione si propone di decifrare il linguaggio dei delfini, simulandolo e addirittura generandolo. L’obiettivo? Tradurre i suoni marini in significati umani e, chissà, forse anche avviare un vero dialogo tra le specie.

    Il progetto si concentra su una comunità specifica: le Stenelle maculate atlantiche selvatiche delle Bahamas, da anni studiate sul campo grazie a audio e video raccolti in immersioni subacquee. Queste registrazioni hanno già permesso di osservare fenomeni interessanti, come i “fischi firma”, usati da madri e cuccioli per ritrovarsi. Ma ora, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, si punta molto più in alto.

    Il cuore di DolphinGemma: una tecnologia audio evoluta

    Al centro del sistema DolphinGemma troviamo una potente tecnologia audio AI che utilizza SoundStream, un sofisticato tokenizer sviluppato da Google per la codifica e la comprensione dei suoni complessi. Il modello conta circa 400 milioni di parametri ed è stato addestrato sul database quarantennale del WDP, uno dei più ricchi al mondo per l’analisi delle vocalizzazioni dei cetacei.

    L’intelligenza artificiale è in grado di analizzare le strutture dei vocalizziidentificare schemi ricorrentiprevedere suoni futuri e addirittura generare nuovi suoni simili a quelli dei delfini. È un funzionamento paragonabile a quello degli LLM (modelli linguistici) applicati al linguaggio umano, che prevedono le parole successive a una frase. Solo che, in questo caso, la posta in gioco è un potenziale vocabolario condiviso tra umani e delfini.

    Comunicazione interattiva: la sfida del sistema Chat

    Oltre alla decifrazione del linguaggio naturale, il Wild Dolphin Project esplora un’altra frontiera: la comunicazione bidirezionale in ambiente marino. Entra così in scena Chat (Cetacean Hearing Augmentation Telemetry), un dispositivo subacqueo progettato con il Georgia Tech. Chat è capace di emettere fischi sintetici associati a oggetti graditi ai cetacei, come sargassi o erbe marine.

    L’obiettivo è che i delfini possano associare quei suoni agli oggetti e iniziare a riprodurli per “chiederli” agli esseri umani. Se il tentativo riuscirà, potremmo assistere all’inizio di un vero scambio semantico tra due specie così lontane, ma accomunate da straordinarie capacità cognitive e sociali.

    Un futuro open source e condiviso

    Google ha annunciato che DolphinGemma sarà reso open source entro l’estate, permettendo a ricercatori di tutto il mondo di accedere al modello e applicarlo anche ad altre specie di cetacei, come i tursiopi o le stenelle dal lungo rostro. Questo apre le porte a uno sviluppo scientifico senza precedenti nel campo della comunicazione interspecie.

    In definitiva, il progetto DolphinGemma non è solo una meraviglia tecnologica: è una promessa di empatia e connessione tra mondi diversi, un ponte tra il nostro linguaggio e quello di creature che, da secoli, popolano gli oceani con un’intelligenza ancora tutta da comprendere.

  • Intelligenza artificiale e consumatori: come sta cambiando il processo d’acquisto

    Intelligenza artificiale e consumatori: come sta cambiando il processo d’acquisto

    L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il modo in cui i consumatori cercano informazioni, prendono decisioni e finalizzano i loro acquisti. Chatbotassistenti virtuali e motori di ricerca basati su IA stanno guadagnando sempre più terreno, offrendo esperienze personalizzate e riducendo i tempi di ricerca. Tuttavia, persistono sfide legate alla trasparenza, alla sicurezza dei dati e alla fiducia dei consumatori.

    Una recente ricerca dell’Osservatorio Italiano Commercio Elettronico PMI (OICE), presentata il 28 gennaio 2025 al Campus Luigi Einaudi di Torino, ha analizzato il crescente impatto dell’IA nel retail e nell’e-commerce, rivelando dati significativi su abitudini, preferenze e ostacoli ancora da superare.

    Come l’IA sta ridefinendo l’esperienza d’acquisto

    L’uso di strumenti basati su intelligenza artificiale ha modificato profondamente il comportamento dei consumatori. Oltre a facilitare la ricerca di informazioni, questi strumenti offrono assistenza personalizzata e supportano i clienti anche nella fase di post-acquisto. Tra i principali vantaggi emersi dallo studio OICE troviamo:

    • Migliore qualità delle risposte: Il 31,4% degli intervistati ritiene che i risultati forniti dagli strumenti di IAsiano più precisi rispetto a quelli dei motori di ricerca tradizionali.
    • Maggiore rapidità: Il 23% apprezza la velocità delle risposte, mentre il 20,9% valorizza la possibilità di ricevere informazioni dirette senza dover esplorare link esterni.
    • Esperienza omnicanale: Il 43,7% degli over 56 mostra una crescente propensione agli acquisti online, mentre il canale fisico mantiene una certa rilevanza tra i più giovani.

    Dai motori di ricerca agli assistenti virtuali: chi vince la sfida?

    L’indagine OICE ha evidenziato una netta prevalenza di Google, utilizzato dall’84,8% degli utenti per cercare informazioni sui prodotti. Tuttavia, stanno emergendo nuove soluzioni di intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT-SearchGPT, utilizzato dal 35,6% degli intervistati, seguito da Gemini (14,3%) e Copilot (10,6%).

    Sebbene l’adozione di questi strumenti sia in crescita, il 35,1% degli utenti non ha ancora familiarità con l’uso di motori di ricerca basati su IA. Tra coloro che li utilizzano, il 41% lo fa almeno una volta a settimana, mentre il 15%li impiega quotidianamente.

    L’affidabilità dell’IA nei consigli d’acquisto

    Uno degli aspetti più discussi riguarda la fiducia nelle raccomandazioni fornite da chatbot e assistenti virtuali. Secondo i dati raccolti:

    • Il 37,9% degli utenti ritiene che i consigli siano affidabili solo a volte.
    • Il 24,9% li trova spesso utili, mentre il 20,3% li giudica affidabili raramente.
    • Il 12% non si fida mai delle raccomandazioni, a conferma di un margine di miglioramento per queste tecnologie.

    Questi risultati indicano che, sebbene l’IA possa migliorare l’esperienza d’acquisto, la sua efficacia dipende ancora dalla qualità degli algoritmi e dalla trasparenza nella gestione dei dati.

    Le sfide dell’intelligenza artificiale nel retail e nell’e-commerce

    L’integrazione tra strumenti tradizionali e tecnologie basate su IA è fondamentale per garantire un’esperienza d’acquisto equilibrata e soddisfacente. Tuttavia, persistono alcune criticità:

    • Accuratezza delle risposte: Il 30,5% degli utenti richiede risposte più precise e contestuali.
    • Gestione delle domande complesse: Il 25,2% chiede migliori funzionalità per richieste avanzate.
    • Maggiore attenzione alla privacy: Il 14% esprime preoccupazione per la sicurezza dei dati personali.

    Migliorare questi aspetti permetterà di rendere l’IA un supporto sempre più efficace per i consumatori, senza sacrificare trasparenza e fiducia.

    Il futuro dell’intelligenza artificiale nei consumi digitali

    L’IA sta diventando sempre più centrale nel settore dell’e-commerce, grazie a strumenti che semplificano il processo di acquisto e migliorano l’interazione con i clienti. Tuttavia, la tecnologia non ha ancora soppiantato completamente i canali tradizionali, bensì li integra in un modello omnicanale sempre più diffuso.

    Le aziende dovranno investire in soluzioni più intuitive, sicure e personalizzate, per garantire agli utenti un’esperienza di acquisto sempre più fluida e affidabile.

    Cosa ne pensi dell’impatto dell’IA sul commercio digitale? Lascia un commento qui sotto e condividi la tua opinione!

  • Flexclip: Cos’è e come funziona

    Flexclip: Cos’è e come funziona

    Flexclip è una soluzione eccellente per chi desidera creare video di qualità in modo semplice e veloce. Con la sua vasta libreria di risorse, strumenti intuitivi e prezzi competitivi, si rivela uno strumento indispensabile per aziende, professionisti e creatori di contenuti. Se sei alla ricerca di un software che unisca semplicità e funzionalità, Flexclip è sicuramente da provare.

    Ed io l’ho provato ed ecco le mie considerazioni.

    Innanzitutto ecco il mio video fatto con Flexclip con la funzione di condivisione dello schermo

    Quando si parla di creazione di contenuti video di qualità, Flexclip si distingue come una delle piattaforme più versatili e user-friendly sul mercato. Perfetto per professionisti, creatori di contenuti e anche principianti, questo strumento online offre una gamma di funzionalità per realizzare video accattivanti senza la necessità di competenze tecniche avanzate. Scopriamo insieme le sue caratteristiche principali e perché merita la tua attenzione.

    Indice

    Cos’è Flexclip?

    Flexclip è un software di editing video basato sul cloud che consente agli utenti di creare video promozionali, tutorial, presentazioni, video per social media e molto altro. Grazie a una vasta libreria di modelli preimpostati, è possibile creare contenuti professionali con pochi clic, personalizzando ogni aspetto in base alle proprie esigenze.

    Funzionalità principali

    1. Interfaccia intuitiva

    Flexclip si distingue per la sua interfaccia semplice e pulita, che permette a chiunque di iniziare a creare video in pochi minuti. Gli strumenti di editing sono ben organizzati e facili da usare, anche per chi non ha mai lavorato con software di montaggio video.

    L'interfaccia di Flexclip
    L’interfaccia di Flexclip

    2. Libreria ricca di risorse

    La piattaforma offre una vasta libreria di video stock, immagini, musica e font, rendendo semplice creare contenuti visivamente accattivanti. Ogni risorsa è disponibile per uso commerciale, il che la rende ideale per aziende e professionisti.

    Flexclip  AI Tools
    Flexclip AI Tools

    3. Modelli preimpostati

    Flexclip propone una selezione di modelli professionali suddivisi per categorie, come marketing, eventi, social media e altro. Puoi scegliere un modello, modificarlo rapidamente e adattarlo al tuo stile o al messaggio che desideri comunicare.

    Flexclip Preset templates
    Flexclip Preset templates

    4. Strumenti di editing avanzati

    Nonostante la sua semplicità, Flexclip offre strumenti di editing avanzati, tra cui:

    • Timeline flessibile per gestire scene e clip.
    • Aggiunta di effetti di transizione per un tocco professionale.
    • Strumenti di testo animato, perfetti per creare titoli accattivanti.
    • Personalizzazione del logo e del branding, essenziale per le aziende.
    Flexclip Advanced editing tools
    Flexclip Advanced editing tools

    5. Esportazione di alta qualità

    Flexclip consente di esportare i video in risoluzione HD fino a 1080p, garantendo una qualità impeccabile, sia per il web che per presentazioni aziendali.

    Flexclip export settings
    Flexclip export settings

    Pro e contro di Flexclip

    Pro

    • Accessibilità: È completamente basato su browser, senza bisogno di installare software.
    • Facilità d’uso: Ideale anche per principianti.
    • Versatilità: Adatto a diverse tipologie di contenuti.
    • Prezzo competitivo: Disponibile in versione gratuita con funzionalità base e piani premium accessibili.

    Contro

    • Funzionalità avanzate limitate: Non è indicato per progetti complessi come il montaggio di filmati professionali.
    • Filigrana nella versione gratuita: I video esportati gratuitamente includono il logo di Flexclip.

    Chi dovrebbe usare Flexclip?

    Flexclip è perfetto per:

    • Piccole e medie imprese che vogliono creare video promozionali senza affidarsi a un professionista.
    • Social media manager che necessitano di contenuti rapidi e accattivanti.
    • Educatori e formatori che vogliono creare tutorial e presentazioni.
    • Creatori di contenuti che cercano uno strumento facile da usare per i loro progetti.

    E tu? Hai mai utilizzato Flexclip per i tuoi video? Raccontami la tua esperienza nel form qui sotto!

  • Strumenti e app AI per studenti

    Strumenti e app AI per studenti

    Dall’apprendimento delle lingue alla scrittura, l’intelligenza artificiale offre strumenti utili per migliorare l’efficacia dello studio

    Indice

    L’intelligenza artificiale: un alleato per lo studio moderno

    L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il modo in cui gli studenti imparano, fornendo strumenti innovativi e soluzioni personalizzate. Vediamo quali applicazioni possono supportare il processo di apprendimento, adattandosi alle esigenze individuali di ogni studente.

    Duolingo: imparare le lingue in modo divertente

    Duolingo è una delle app più popolari per l’apprendimento delle lingue. Grazie all’AI, l’app adatta le lezioni in base alle capacità e ai progressi degli studenti, rendendo l’apprendimento più coinvolgente attraverso la gamification. Le lezioni includono esercizi di ascolto, lettura, scrittura e conversazione, offrendo feedback immediato.

    Khan Academy: corsi online personalizzati

    Khan Academy è una piattaforma educativa gratuita che, grazie all’intelligenza artificiale, propone esercizi personalizzati in base ai progressi degli studenti. Le lezioni spaziano dalla matematica alle scienze, aiutando a consolidare le aree che richiedono maggiore attenzione con esercizi mirati.

    Grammarly: migliorare la scrittura con l’AI

    Grammarly è uno strumento basato sull’intelligenza artificiale che fornisce feedback in tempo reale su grammatica, ortografia e stile di scrittura. Aiuta a rendere la scrittura più chiara e strutturata, individuando e correggendo i modelli di errore frequenti.

    Quizlet: memorizzare i contenuti con flashcard interattive

    Quizlet utilizza l’AI per proporre sessioni di studio su misura attraverso flashcard interattive. L’app offre domande di difficoltà crescente man mano che l’utente acquisisce conoscenza, facilitando la memorizzazione con giochi e quiz pratici.

    Socratic di Google: risolvere problemi passo passo

    Socratic, sviluppata da Google, è un’app che aiuta gli studenti a risolvere problemi di matematica e scienze. Basta una foto del quesito per ricevere spiegazioni dettagliate e risorse aggiuntive, ideali per chi desidera comprendere i concetti in modo visivo.

    Otter.ai: trascrizioni automatiche per lezioni e discussioni

    Otter.ai è un’app che trascrive automaticamente le conversazioni vocali, separando i discorsi dei vari interlocutori. Questa funzione è particolarmente utile per registrare lezioni e discussioni di gruppo, permettendo agli studenti di concentrarsi senza timore di perdere informazioni importanti.

    Microsoft Learning Tools: supporto per dislessia e difficoltà di lettura

    Microsoft Learning Tools offre strumenti come la lettura immersiva, utili per studenti con dislessia o difficoltà di lettura. L’intelligenza artificiale regola automaticamente dimensione del testo, contrasto e voce per agevolare la comprensione e supporta anche la traduzione in diverse lingue.

    Wolfram Alpha: risposte dettagliate a domande scientifiche

    Wolfram Alpha è un motore di conoscenza basato sull’intelligenza artificiale che risolve problemi di matematica e scienze, fornendo risposte dettagliate e spiegazioni. È uno strumento utile per approfondire lo studio di materie complesse.

    Coursera ed edX: corsi online delle migliori università

    Coursera ed edX offrono corsi delle università più prestigiose. Grazie all’AI, le piattaforme suggeriscono corsi in base agli interessi degli studenti, permettendo loro di ottenere certificazioni e avanzare nel loro percorso accademico.

    Mendeley: organizzare la ricerca accademica

    Mendeley aiuta a gestire riferimenti accademici e citazioni, facilitando la ricerca di articoli e la gestione dei documenti. Questo strumento, potenziato dall’AI, è ideale per gli studenti impegnati in progetti di ricerca.

    ChatterPix: creare personaggi parlanti per l’apprendimento creativo

    ChatterPix è un’app di apprendimento creativo che permette agli studenti di realizzare personaggi parlanti per presentazioni e progetti. È uno strumento interattivo che stimola la creatività e rende l’apprendimento più coinvolgente.

    Brainly: studio di gruppo e supporto alla comunità

    Brainly è una piattaforma di apprendimento basata sull’AI che consente agli studenti di porre domande e rispondere a quelle degli altri utenti. Un valido supporto per ottenere aiuto in modo rapido e interattivo direttamente dalla community.

    Come si comprende, l’intelligenza artificiale ha aperto nuove possibilità per uno studio più efficace e coinvolgente, migliorando vari aspetti dell’apprendimento. Dalle lingue alle materie scientifiche, dall’organizzazione alla creatività, l’AI si rivela un alleato prezioso per studenti di ogni età.

  • Google scopre una vulnerabilità in SQLite grazie all’IA Big Sleep

    Google scopre una vulnerabilità in SQLite grazie all’IA Big Sleep

    Google ha annunciato una svolta nella sicurezza informatica: l’intelligenza artificiale Big Sleep scopre un bug nel database SQLite. Questa è la prima volta che un agente di IA generativa identifica una vulnerabilità reale, dimostrando le potenzialità di AI avanzata per prevenire rischi futuri.

    La scoperta della vulnerabilità da parte di Big Sleep

    La vulnerabilità scoperta da Big Sleep rappresenta un traguardo significativo, poiché è la prima volta che un’intelligenza artificiale riesce a individuare un difetto di sicurezza reale in un software ampiamente utilizzato. Nello specifico, Big Sleep ha identificato uno stack buffer underflow all’interno di una versione sperimentale del database SQLite. Questo tipo di errore si verifica quando un programma cerca di accedere a un’area di memoria antecedente a quella designata, causando potenzialmente problemi di stabilità e di sicurezza.

    Nel dettaglio, il team di Google ha spiegato che la vulnerabilità risiedeva in una funzione specifica del codice di SQLite. Questa funzione non gestiva correttamente un caso limite: quando veniva eseguita una query con vincoli sulla colonna ‘rowid’, il programma tentava di scrivere in una porzione di memoria con un indice negativo. Tale comportamento poteva aprire la strada a una falla sfruttabile che, nelle mani di malintenzionati, poteva causare l’esecuzione di codice indesiderato o il crash del sistema.

    Il processo di rilevazione con AI

    Il processo di scoperta è stato reso possibile grazie alla potenza dell’IA di Big Sleep, che utilizza tecniche avanzate di machine learning per analizzare i codici dei software. A differenza dei tradizionali strumenti di testing, Big Sleep non si limita a testare il software con dati casuali (fuzzing) ma utilizza un approccio di analisi dei varianti. Questo metodo permette all’IA di partire da vulnerabilità già risolte o note per cercare altre falle simili, eliminando molte ambiguità che rendono complessa la ricerca di nuovi errori.

    Nel caso di SQLite, Big Sleep ha analizzato modelli e pattern nel codice esistente, scoprendo che la vulnerabilità non era presente nelle versioni precedenti del software, ma era emersa in seguito a un aggiornamento. Con il suo potente sistema di riconoscimento dei pattern, l’IA è stata in grado di individuare questa nuova falla, fornendo così al team di Google un rapporto dettagliato della vulnerabilità.

    Collaborazione con il team di sviluppo di SQLite

    Dopo aver rilevato la falla, Google ha contattato immediatamente gli sviluppatori di SQLite, comunicando loro i dettagli tecnici necessari per risolvere il problema. Il team di SQLite ha quindi corretto la vulnerabilità lo stesso giorno in cui è stata segnalata, prevenendo potenziali rischi per gli utenti e rispettando le best practice di sicurezza. Questa collaborazione tempestiva ha garantito che il bug fosse eliminato prima del rilascio ufficiale del database, dimostrando l’importanza di un approccio proattivo nella gestione delle vulnerabilità software.

    Implicazioni per la sicurezza software

    La scoperta di Big Sleep rappresenta una pietra miliare non solo per Google, ma per l’intera comunità della sicurezza informatica. Dimostra come l’intelligenza artificiale possa offrire un supporto inestimabile nella ricerca e nella prevenzione di falle software. Poiché sempre più applicazioni e servizi digitali diventano centrali nella nostra vita quotidiana, la capacità di individuare vulnerabilità prima che siano sfruttabili da malintenzionati diventa un’arma essenziale nella cybersicurezza.

    L’importanza della sicurezza basata sull’intelligenza artificiale

    Big Sleep è frutto della collaborazione tra il team di Google Project Zero e DeepMind, il centro di ricerca avanzata di Google per il machine learning. Questo agente IA è in grado di identificare bug simili a quelli trovati dagli analisti umani, e il suo continuo apprendimento può rendere i sistemi più sicuri nel tempo. Big Sleep rappresenta un importante passo verso una sicurezza informatica più automatizzata e efficace.

    Una nuova era per la prevenzione delle vulnerabilità

    In passato, Google e altre aziende si affidavano a tecniche come il fuzzing, che testa il software con dati casuali per identificare difetti. Tuttavia, Big Sleep va oltre, sfruttando modelli di linguaggio avanzati per individuare difetti che sfuggono alle tecniche tradizionali. In un contesto in cui la sicurezza digitale è essenziale, l’approccio di variant analysis usato da Big Sleep offre un potente supporto per prevenire attacchi e vulnerabilità nascoste.

    Il futuro della sicurezza AI-driven

    Grazie alla scoperta di Big Sleep, Google ha dimostrato come l’intelligenza artificiale possa proteggere il software prima che venga rilasciato al pubblico, impedendo ai potenziali attaccanti di sfruttare le vulnerabilità. La recente creazione di Vulnhuntr, un analizzatore open-source, dimostra che la sicurezza AI-driven sta diventando un’arma sempre più efficace contro le minacce digitali.

  • L’intelligenza artificiale scrive il 25% del software di Google: il nuovo ruolo degli ingegneri

    L’intelligenza artificiale scrive il 25% del software di Google: il nuovo ruolo degli ingegneri

    L’AI cambia il settore dello sviluppo software, delegando agli ingegneri compiti di revisione e innovazione.

    L’ AI genera il 25% del codice di Google
    Durante la recente call sugli utili del terzo trimestre 2024, il CEO di Google, Sundar Pichai, ha annunciato che oltre un quarto del nuovo codice sviluppato da Google è creato dall’intelligenza artificiale.

    Questo rappresenta un cambiamento epocale per l’industria, che vede il software creato non solo da programmatori, ma anche da sistemi AI.

    Gli ingegneri, invece, sono ora incaricati di revisionare e ottimizzare il codice generato dall’AI, indirizzando le proprie energie su problemi complessi e innovazione.

    Il nuovo ruolo degli ingegneri
    Con l’aumento del codice generato dall’AI, gli ingegneri di Google si dedicano sempre di più alla revisione e al miglioramento dei risultati dell’AI. Questo consente loro di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, liberandoli dai compiti di codifica ripetitivi.

    Gli ingegneri non devono temere la perdita del lavoro a causa dell’AI; al contrario, la tecnologia potrebbe permettere loro di partecipare in modo più creativo e strategico.

    L’impatto sui ruoli entry-level
    Se da un lato l’AI aumenta l’efficienza, dall’altro solleva dubbi sul futuro delle posizioni junior e dei compiti di codifica più semplici.

    I giovani aspiranti programmatori potrebbero dover adattare le proprie competenze per integrarsi meglio in un ambiente sempre più AI-driven, concentrandosi sulla capacità di guidare i sistemi di intelligenza artificiale, verificare i risultati e risolvere problemi complessi.

    La strategia AI-centrica di Google
    L’approccio di Google è parte di una più ampia strategia aziendale mirata a ottimizzare le operazioni. La recente ristrutturazione aziendale, che ha unificato le divisioni di ricerca, sicurezza e machine learning, consente a Google di implementare modelli come Google Gemini più rapidamente.

    Il futuro della programmazione
    L’annuncio di Pichai ci offre una prospettiva sul futuro della tecnologia, dove l’AI si affianca agli ingegneri come supporto, non come concorrente. Gli ingegneri saranno responsabili di garantire la qualità e l’etica dei codici generati, arricchendo le proprie competenze anche nell’ambito del machine learning.

    E dunque?
    Il ruolo degli ingegneri si evolve, e con esso anche le opportunità per coloro che desiderano una carriera nella tecnologia. Cosa ne pensi di questo cambiamento? Esprimi la tua opinione nel form in basso!

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