La misurazione della transizione digitale delle imprese italiane coinvolge l’analisi di diversi indicatori chiave che riflettono il grado di adozione delle tecnologie digitali e il livello di integrazione dei processi digitali all’interno delle aziende.
Gli indicatori sono forniti dallo strumento che l’Istat utilizza da anni per produrre annualmente il report “imprese e ICT“: si tratta del Digital Intensity Index (DII), un indice costruito a livello di microdati che misura l’utilizzo da parte delle imprese di 12 diverse tecnologie digitali.
Va da sè che la transizione digitale aiuta le PMI a raggiungere risultati di business importanti.
L’ indice individua quattro intensità digitali in funzione del numero di attività svolte dalle imprese:
- fino a 3 attività (livello molto basso),
- da 4 a 6 (livello basso),
- da 7 a 9 (livello alto), da 10 a 12 (livello molto alto).
L’intensità di base è costituita dalle almeno 4 attività.
Ecco gli indicatori con i quali viene misurata la transizione digitale delle imprese italiane:
- Connettività dei dipendenti: La percentuale di dipendenti che utilizzano la connessione a Internet.
- Specialisti ICT: Il numero di aziende che impiegano specialisti in tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni.
- Velocità di connessione: La velocità di download delle connessioni a Internet delle aziende, con un focus su velocità di almeno 30 Mbit/s.
- Riunioni online: La percentuale di aziende che conducono riunioni a distanza utilizzando strumenti online come Skype, Zoom, MS Teams o WebEx.
- Formazione sulla sicurezza ICT: Aziende che informano i loro dipendenti sugli obblighi relativi alla sicurezza delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni.
- Formazione ICT: Aziende che organizzano corsi di formazione per sviluppare o aggiornare le competenze ICT/IT dei loro dipendenti non specializzati in ICT/IT.
- Sicurezza ICT: Aziende che utilizzano almeno tre misure di sicurezza ICT per proteggere i loro sistemi e dati.
- Documentazione sulla sicurezza ICT: Aziende che hanno documenti che delineano misure, pratiche o procedure relative alla sicurezza ICT.
- Accesso remoto via Internet: Aziende che consentono ai loro dipendenti di accedere via Internet a e-mail, documenti e applicazioni aziendali da luoghi remoti.
- Utilizzo di robot: Aziende che adottano robot o soluzioni di automazione.
- Vendite online totali: Aziende il cui valore delle vendite online rappresenta almeno l’1% dei loro ricavi totali.
- Vendite B2C online: Aziende il cui valore delle vendite online verso consumatori privati (B2C) costituisce più del 10% delle loro vendite totali su web.
Questi indicatori vengono utilizzati per valutare quanto le imprese italiane siano impegnate nella transizione digitale e nella digitalizzazione dei loro processi e servizi.
Il punteggio complessivo può variare da 0 a 12 a seconda di quanti di questi indicatori vengono soddisfatti.
Com’è la situazione della transizione digitale in Italia?
Secondo l’ultimo report Istat relativo all’anno 2022
- Nel 2022, il 69,9% delle piccole e medie imprese (PMI) italiane ha adottato almeno 4 delle 12 attività digitali considerate. Questo tasso è leggermente superiore alla media dell’UE27, che si attesta al 69,1%.
- L’aumento del lavoro da remoto, che ha coinvolto più del 70% delle imprese nel 2022, ha contribuito all’incremento della percentuale di imprese con almeno 10 addetti che dispongono di documenti riguardanti misure, pratiche o procedure di sicurezza informatica. Questa percentuale è cresciuta al 48,3%, rispetto al 34,4% registrato nel 2019. A livello europeo (UE27), la percentuale è del 37%.
- La sicurezza informatica è una preoccupazione per il 45,1% delle imprese più grandi in Italia. Queste imprese hanno reagito stipulando assicurazioni contro gli incidenti informatici. Nel caso delle imprese di minori dimensioni, la percentuale scende al 14,4%. A livello europeo, rispettivamente, la percentuale è del 44,6% per le imprese più grandi e del 22,6% per quelle di minori dimensioni (UE27).
- L’adozione di robotica e l’impiego di specialisti in tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) sono rimasti stabili rispetto al 2020.
Questi dati evidenziano l’adozione crescente delle tecnologie digitali, il ricorso al lavoro da remoto e l’attenzione alla sicurezza informatica tra le piccole e medie imprese italiane, riflettendo le tendenze in corso nell’UE27.
Inoltre, mostrano come la cybersecurity stia diventando sempre più importante per le imprese di maggiori dimensioni, spingendole a proteggersi attraverso polizze assicurative specifiche.
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